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Type de textesource
TitreOpere
AuteursSperoni degli Alvarotti, Sperone
Date de rédaction
Date de publication originale1740
Titre traduit
Auteurs de la traduction
Date de traduction
Date d'édition moderne ou de réédition
Editeur moderne
Date de reprintReprint Rome, Vecchiarelli, 1988, intro. par Mario Pozzi.

(t. I), p. 276

E come i servi, e le meretrici, e li roffiani, e li parasiti, e li soldati, e li pedagogi, se le parole da essi usate imitando son convenevoli a’ lor costumi fastidiosi, sono e’ l diletto e la bellezza delle commedie ; così ancora in alcun dialogo un sciocco, uno empio, uno innamorato, uno adulatore o alcun sofista arrogante, sono ritratti dal naturale ; tal dipintura di nomi e di verbi, e d’altre parti d’orazione non dee men cara istimarsi, che la volgare delli colori. Non in vano ho nominata la dipintura, la quale è tacita poesia, di cui è specie il dialogo, è dipintura parlante. Veri draghi e veri lioni son cose orribili e paurose, ma dilettevoli i dipinti ; ed il dimonio, che veramente è allo inferno, ha in su gli altari con san Michele e con gli altri santi non poche volta la sua sembianza.

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, p. 288

La quarta cosa, anzi la prima tra le mirabili è amore, la cui natura avanza tutte le meraviglie ; dunque il parlarne non è viltà né impietà. Che se i ritratti di alcune bestie nemiche all’uomo ed orribili, tanto a mirarli son dilettevoli, quanto le vive son paurose ; e corre ognuno allegramente a vederle, che vere essendo le fugirebbe ; e non è buon dipintore, che volentieri, quanto altra cosa, non le dipinga, e non si vanto della pittura ; come è possibile a chi conosce che cosa è amore (volesse Iddio che io il sapessi) non venga voglia di ragionarne, e in verso o in prosa non lo dipinga, né si compiaccia nella pittura ? Tiziano, se dipingesse sì grande affetto e sì poco senno in un giovane, che farebbe egli co’ suoi colori e coll’arte sua ? Formarebbe, come io avviso, la nostra effigie ; ma sì diversa in aspetto, e con tali atti disordinati, che ognun direbbe, questa è sembianza d’innamorato ; e tutto il mondo di tal ritratto, come di altri uomini valorosi che egli ha formato, senza alcun dubbio lo lodarebbe. Ma se cogli atti amorosi, voce e parole convenienti fossero aggiunte alla sua figura, e il nostro parlare sapesse farsi visibile ; già sarebbe il buon dipintore, non abborrito come empio, ma come santo adorato. Or tali parole, se scritte sono ne’miei dialogi, non ragionevoli per ver dire, ma iperboliche estremamente, e convenevoli a innamorato ; non solamente non fanno empio il dialogo, ma intiero il fanno e perfetto.

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